I ragazzi dell'Itis chiedono «verità per Giulio Regeni»


Preparare le future generazioni anche su temi di stringente attualità, riconoscere il valore della difesa dei diritti umani, insegnare l’amore per la ricerca della verità. C'era tutto questo e molto di più, ieri mattina, all’Itis Berenini dove quattro classi, la prima e seconda B della professoressa Rita Vighi e la seconda e terza Meccanici, della professoressa Federica Davighi, si sono confrontate con Nelly Bocchi, responsabile di Amnesty International per Fidenza e Fiorenzuola, su un tema tutt’altro che semplice: la vicenda di Giulio Regeni.

L’incontro rientrava nell’ambito di un progetto sui difensori dei diritti umani che da tempo i docenti delle classi stanno portando avanti insieme ad Amnesty International. Di fronte ad una platea visibilmente interessata, Nelly Bocchi ha quindi riassunto la vicenda. «Il 25 gennaio 2016 – ha spiegato - il nome di Giulio Regeni si aggiungeva a quelli dei tanti egiziani e delle tante egiziane vittime di sparizione forzata. Pochi giorni dopo, il 3 febbraio, il nome del ricercatore italiano si aggiungeva al lungo elenco delle persone torturate a morte in Egitto. Sono trascorsi due anni da quel 25 gennaio e ancora le autorità egiziane si ostinano a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, di chi ha coperto e ancora copre il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni».

Ospite dell’incontro è stato anche il sindaco Andrea Massari, il quale ha avviato il proprio intervento proprio dai motivi per cui lo striscione «Verità per Giulio Regeni» campeggia ancora oggi sulla facciata del palazzo municipale. «Giulio Regeni è un caso non certo unico nella storia, ma è divenuto il simbolo della necessità di una difesa dei diritti in tutto il mondo, specie in quelle aree, e sono tante purtroppo, che ancora oggi non riconoscono libertà che noi diamo per scontate. Per questo motivo abbiamo scelto di esporre lo striscione. A voi può sembrare che questa sia una vicenda lontana dalla vostra quotidianità, ma un giorno sarete classe dirigente di questo territorio e come tale vi capiterà di girare il mondo e di vedere più da vicino fenomeni come quello di cui vi parliamo oggi. Ecco quindi che essere coscienti del valore dei diritti umani diventa fondamentale e imprescindibile».

Al termine del confronto i ragazzi hanno quindi aderito con entusiasmo alla richiesta di scattare una foto con lo striscione che chiede ancora una volta verità per Giulio Regeni, foto che entrerà a far parte dell’iniziativa di Amnesty International #2annisenzagiulio, organizzata per giovedì, a due anni esatti dalla scomparsa di Regeni. us.l

 

DALLA GAZZETTA DI PARMA DEL 20 GENNAIO 2018