La storia
L'ITIS di Fidenza nasce nell'a. sc. 1963/64 come Biennio staccato dell'ITIS di Parma. La prima sede à in via Costa, nell'ex Palazzo delle Orsoline. Acquisisce rapidamente consensi; lo frequentano alunni di Fidenza, Salsomaggiore, Soragna, Alseno, Busseto, Bore e Pellegrino, fino ad allora costretti al disagio della trasferta a Parma o Cremona o Piacenza. Alla fine degli anni '60 il Biennio ITIS si porta a cinque classi. Nel dicembre 1974, in seguito al cedimento di un pavimento, l'edificio di via Costa viene abbandonato e le classi vengono trasferite provvisoriamente a "Villa Montauro", a circa 3 chilometri dal centro sulla strada Fidenza-Bargone-Salsomaggiore. Nel corso del 1975 vengono accelerati i lavori di completamento della nuova struttura di via Alfieri, iniziati nel 1972 e il 7 gennaio 1976 l'ITIS trova definitiva sistemazione nella sede attuale che condividerà per alcuni anni con il Liceo Scientifico e con il Centro di Formazione Professionale "Salvini".
Gli anni dal 1976 al 1982 vedono tutte le componenti scolastiche e le Amministrazioni Comunale e Provinciale, impegnate per ottenere la prosecuzione del Biennio con un Triennio di specializzazione. Si susseguono numerose iniziative, tra le quali particolarmente fruttuosa si rivelerà la raccolta di oltre tremila firme di cittadini.
La lunga battaglia iniziata nel 1976 raggiunge il suo esito positivo nel 1982: il 28 giugno il Ministero della Pubblica Istruzione comunica che da ottobre l'Itis di Fidenza avrà un triennio di specializzazione in Meccanica. L'istituzione della specializzazione suscita nel territorio un vivo interesse. Inizia ad aumentare in modo consistente il numero di iscritti alle prime classi, attirati dalla possibilità di fruire di un intero ciclo di studi a Fidenza. Comincia inoltre a farsi strada l'ipotesi dell'istituzione di un triennio di specializzazione in Elettronica che vedrà la luce con l'a. sc. 1985/86. Nel 1986 si manifesta l'esigenza di rendere l'ITIS di Fidenza autonomo dalla sede di Parma: la sezione Meccanici gira a regime, la sezione Elettronici ha iniziato senza problemi il proprio iter, la popolazione scolastica ha raggiunto le 300 unità e l'Istituto à passato dalle 7 classi dellàottobre 1982 alle 14 dellà ottobre 1986. Il 7 Ottobre 1986, la Giunta Provinciale, all'unanimità, richiede al M.P.I. che la sezione di Fidenza dell'ITIS "L. da Vinci" sia trasformata in Istituto autonomo. Dal settembre 1987 l'ITIS di Fidenza diventa finalmente autonomo da Parma. Viene introdotto nel biennio il Piano Nazionale per làInformatica che ridisegna contenuti e scopi formativi di Matematica e Fisica. Alcune sezioni sperimentano nel triennio 1991-1994 il piano di studi "Brocca"; da tale sperimentazione nasce nell'a. s. 1995/96 l'indirizzo Scientifico Tecnologico. I trienni di Elettronica e Meccanica adottano via via le successive versioni delle sperimentazioni "Ambra" ed "Ergon", attualizzando i contenuti, privilegiando nella didattica la dimensione problematica e progettuale, in un continuo sforzo di approfondimento culturale e di aggiornamento professionale. Dall' a. sc. 1994-95 "Ambra" ed "Ergon" sono passate in ordinamento in tutti gli ITIS. Con l'a. s. 1991/92 viene istituito il triennio di Chimica. La scelta di questo indirizzo rispondeva all'esigenza di aprire una nuova opportunità professionale alla popolazione giovanile della provincia di Parma. Questo ha permesso un aumento della presenza studentesca femminile, fino ad allora scarsamente interessata alle specializzazioni esistenti. Oggi le alunne costituiscono una parte cospicua della popolazione scolastica. A partire dall'a.s. 1999/2000, in vista della piena realizzazione dell'autonomia,I'Istituto è stato scelto dal Ministero della Pubblica Istruzione per applicare questo nuovo modello organizzativo, che si propone di raggiungere l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse e una più ampia flessibilità di gestione ed organizzazione del servizio scolastico, in vista delle esigenze formative del territorio. E' nell'ambito di tale sperimentazione dell'autonomia che la scuola usufruisce del cosiddetto organico funzionale, che garantisce una maggiore stabilità e continuità del corpo docente, requisito fondamentale per poter parlare di qualità della didattica.