La carica delle imprese in classe


 

La Dallara di Varano in provincia di Parma, storica impresa costruttrice di automobili da competizione, ha in corso un’alternanza scuola-lavoro con l’istituto Berenini di Fidenza: i ragazzi progettano e realizzano modelli di auto radiocomandati, prima in classe con tecnici Dallara, poi nei laboratori aziendali per costruire le autovetture. Anche Ducati e Lamborghini promuovono l’alternanza, con gli istituti tecnico-professionali Aldini-Valeriani e Belluzzi-Fioravanti di Bologna. Con il progetto TecnicaMente 3.0 dell’agenzia per il lavoro Adecco sono 30 le aziende (e c’è una rete di 300 imprese potenzialmente interessate) che hanno in corso accordi di dualismo scuola lavoro con sei istituti tecnici lombardi, piemontesi e campani.

Sono molte poi le intese tra associazioni datoriali locali e scuole per rendere attiva l’alternanza. A livello nazionale, invece, uno dei più recenti accordi è il progetto Traineeship, messo in piedi da Federmeccanica, Miur e Indire che partirà nel prossimo anno scolastico. Insomma, sembra proprio che l’alternanza sancita a partire da quest’anno dalla legge 107/2015 (la Buona scuola) che prevede 400 ore nell’ultimo triennio di tecnici e professionali e 200 ore per i licei, cominci a piacere alle aziende.

La conferma viene da una nuova indagine dell’associazione di direttori del personale Aidp. Hanno risposto 400 manager delle risorse umane di aziende di tutte le dimensioni (20% grandi, 60% medie, 20% piccole) da Nord a Sud. Il risultato è che il 54% di chi non ha ancora sperimentato forme di alternanza scuola-lavoro, si propone di utilizzarle “nell’immediato futuro”. Inoltre una decisa maggioranza, il 69%, ritiene che l’interesse per il ricorso a progetti di dualismo aule-aziende, non viene intaccato dall’utilizzo di altri strumenti quali l’esonero contributivo e le tutele crescenti. «Molte esperienze eccellenti di alternanza — sostiene la presidente di Aidp Isabella Covili Faggioli — hanno offerto pieno sbocco occupazionale ai ragazzi coinvolti».

Una prospettiva confermata da Emanuela Voltini, direttore settori e specializzazioni di Adecco: «Nel 2015 in conclusione del progetto TecnicaMente abbiamo collocato al lavoro 80 ragazzi di istituti tecnici tra quelli che non hanno proseguito gli studi, il 40% con assunzioni dirette, altri 4 su dieci con contratti a termine e il restante 20% con tirocini».

La risposta positiva delle imprese verso istituti tecnici e professionali, tuttavia, non si estende ai licei, i quali ad oggi rappresentano il vero punto debole della legge 107. Secondo un’indagine di Skuola.net il 55% dei liceali che hanno iniziato l’alternanza non vedranno mai un’azienda e faranno solo simulazioni in classe.

Enzo Riboni

Articolo Corriere